23 Ott 2021

“Spazi è dove far crescere una società più inclusiva e innovativa, dove edificare un nuovo sistema economico e industriale. Spazi che includano i giovani perché noi vogliamo guardare avanti e vivere in un Paese capace di incoraggiare il futuro”. Questo è il messaggio lanciato dal Presidente dei Giovani Imprenditori Riccardo Di Stefano in apertura del 36° Convegno di Capri che quest’anno, a causa delle restrizioni imposte dal Covid, si è tenuto a Napoli.

“A dare un valore economico al tempo ci pensa proprio il PNRR, che vale, ricordiamolo, 235 miliardi di euro da investire tra il 2021 e il 2026. In media, una manovra finanziaria espansiva in più all’anno.

Per non correre il rischio di perdere tempo e denaro, non abbiamo scelta e dobbiamo necessariamente migliorare le performance della progettazione. Facciamo attenzione allora, perché il governo ha assegnato un valore alla capacità di implementare bene il Piano: se si realizza con efficienza, il PIL del 2022 potrà aumentare fino a 1,2 punti percentuali. Ma una mancata crescita dell’1,2% significa perdere quasi 23 miliardi. Insomma, ora sappiamo anche quanto costa la trappola dell’immobilità” ha affermato Di Stefano aggiungendo che “bisogna cambiare la retorica sul PNRR: non è un oggetto ammantato di santità, va fatto funzionare, con competenza e attenzione da parte di chi lavorerà al Piano. Per attuarlo, infatti, abbiamo bisogno di persone capaci”.

 

“Ci aspettano nuovi spazi da conquistare. Anche per le imprese. Sappiamo dal Documento Programmatico di Bilancio che la finanziaria per il 2021 prevede il rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax e questa è una buona notizia: ci dice che dialoghiamo con un governo che non usa misure repressive. Sappiamo poi che circa 8 miliardi saranno destinati al taglio delle tasse. Speriamo che vada incontro a quanto indicato dall’OCSE davanti al Senato italiano nei giorni scorsi: l’Italia deve abbassare il cuneo fiscale per incoraggiare il lavoro. E’ questa l’autostrada verso il futuro del Paese”.

 

Il Presidente Di Stefano ha chiesto poi di “riequilibrare i rapporti tra generazioni, a partire da quello tra pensionati e lavoratori. Quota 100 è un sistema che è costato finora 11,6 miliardi di euro e non ha generato lavoro tra i giovani, come promesso. Allora, se abbiamo investito quella cifra in un prepensionamento costoso, mascherato da politiche giovanili, ora bisognerebbe avere il coraggio di mettere almeno altri 11 miliardi in una misura veramente efficace per i giovani. Come? Rendiamo universale il contratto di espansione, allargandolo a tutte le imprese, seguendo il principio per cui ci per ogni prepensionamento ci deve essere una nuova assunzione. Siamo consapevoli del costo, ma la staffetta generazionale può funzionare solo così! La riforma di Quota 100 deve restituire un po’ di equità generazionale. Il ‘pensionistan’ non è un paese per giovani!”, ha detto Di Stefano.

 

Riguardo la Legge di bilancio ha detto: “chiediamo una cosa: basta con la campagna elettorale sulle pensioni. Noi non chiediamo alla legge di bilancio una quota elettorale, ma un sistema pensionistico più equo tra le generazioni. La nostra richiesta è semplice: è possibile pensare anche a quelli che non votano ancora?”

 

E sul ruolo della politica, Riccardo Di Stefano, ha affermato: “Sentirsi pienamente e onorevolmente rappresentati dal Presidente del Consiglio è vitale, ma non basta. Allo stesso modo, vogliamo contare su una nuova leva di persone che rappresenteranno, con onore, gli italiani in futuro. Il Premier ha evitato il cortocircuito politico-istituzionale. Ma non è compito suo riformare la politica. Quello, devono farlo i partiti. Draghi non ha eredi, ma il metodo Draghi sì: si incarna in tutte le persone che riscoprono il valore delle istituzioni, credono in un ceto dirigente competente, con una visione per il Paese, preparato a fare dell’Italia la propria missione. È ora di tornare a fare politica”.

 

Infine Di Stefano ha lanciato una proposta: “Noi siamo parte del ceto dirigente dell’economia e dell’industria. Ma se perfino i Cavalieri del Lavoro, che sono i senatori del nostro sistema industriale, hanno affermato che la leadership economica dovrebbe svecchiarsi, allora non perdiamo tempo e creiamo subito quote per gli under 40 nei board delle società di Piazza Affari, dove la media dei componenti resta over 60. Sta funzionando per l’equilibrio tra i generi, potrebbe accadere anche per quello tra le generazioni. Proviamoci!”, ha detto il leader degli under 40.

“Bisogna imparare a non usare oggi le risorse di domani: che si tratti di debito, clima, acqua o materie prime, le generazioni presenti non possono aggrapparsi a quelle future. Il passato ci sta ospitando da troppo tempo, guardiamo avanti. A partire dal fare impresa. Per dare spazio al futuro, c’è una sola cosa da realizzare: costruire una nuova Italia oltre le distanze”.

 

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